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'U maxi': Quando in Italia si tenne il più grande processo penale della storia.

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 19 ott 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 ott 2018

Una serie prodotta dalla Rai in anteprima su Raiplay che racconta in sei puntate il Maxiprocesso di Palermo.



‘’U Maxi’’ così era stato rinominato dai palermitani quello che forse è il processo più grande della storia. Questo raccontato su Raiplay dalla miniserie di sei puntate ‘Maxi’ che racconta attraverso i video della teca Rai il processo alla mafia iniziato il 10 febbraio 1986.

10 febbraio 1986, in un'aula bunker colma di circa 300 imputati, 200 avvocati difensori e 600 giornalisti da tutto il mondo, si apre così il più grande processo penale mai realizzato al mondo. Tutto perché si voleva dare finalmente un chiaro segnale alla mafia, si voleva ristabilire la supremazia dello stato su di essa. Ma come ebbe inizio tutto questo?


Gli anni ottanta vedono una Palermo di fuoco: la seconda guerra di mafia , i Corleone contro i Cinisi, aveva prodotto 600 morti fra il 1981 e il 1982. L’aggravante furono gli omicidi alle personalità di spicco della politica e delle istituzioni come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il commissario Boris Giuliano, il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella e molti altri.

A quel punto Rocco Chinnici, allora capo dell’ufficio istruzione di Palermo decise di mettere in atto una strategia per far fronte al problema, creare un pool di magistrati: mentre fino ad allora le fasi istruttorie venivano condotte, secondo la prassi, da un solo magistrato, da adesso sarà un gruppo di magistrati a condurre le indagini insieme. per favorire la circolazione delle informazioni. La gestione di un'indagine da parte di un unico magistrato, inoltre, lo esponeva al rischio di omicidio perpetrato con lo scopo di occultare con la morte gli scomodi segreti dell'inchiesta, con l’instaurazione del pool si poneva fine ad un problema simile.

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello. Questi avrebbero svolto tutte le indagini su Cosa Nostra, coadiuvati dal sostituto procuratore Giuseppe Ayala e tre colleghi, il cui compito era inoltre quello di portare a processo come pubblici ministeri i risultati delle indagini del pool e ottenere le condanne. Iniziava così ciò che diede vita al Maxi Processo.


Ottobre 1983: in Brasile viene arrestato Tommaso Buscetta, il ‘’boss dei due mondi’’, super latitante affiliato di cosa nostra. Sarà fondamentale il suo ‘’pentimento’’ per le indagini del pool. Il 15 luglio 1984 Buscetta fu estradato in Italia, da allora cominciò a raccontare a Falcone le sue vaste conoscenze su Cosa Nostra. Il modo con cui noi conosciamo la mafia oggi proviene proprio dalle rivelazioni del boss dei due mondi, che per primo aprì uno squarcio rivelandoci come era costruita al suo interno l’organizzazione criminale.


29 settembre 1984: il blitz di San Michele. Quando a seguito delle rivelazioni di Buscetta si decise di passare all’azione con i vari ordini di custodia cautelare, qualcosa andò storto: inizialmente si pensava che le azioni di arresto sarebbero state condotte ad Ottobre ma i piani dovettero modificarsi a seguito della sensazione che ebbe Borsellino che un giornalista dell’Espresso potesse rivelare informazioni top secret dell’operazione, facendone così saltare la riuscita. Ecco che Nella notte tra il 28 ed il 29 settembre 1984 al tribunale di Palermo si lavorò febbrilmente per spiccare 366 ordini di custodia cautelare da eseguire la mattina dopo. L’operazione di polizia che si sviluppo nel giorno di San Michele colpì tutti di sorpresa: in un solo giorno più dei due terzi dei ricercati vennero catturati.


L’8 novembre 1985 si conclusero le indagini preliminari: il giudice Caponnetto emana l’ordinanza-sentenza intitolata ‘’Abbate Giovanni+706’’: circa 8000 pagine con 707 indagati di cui 476 riinviati a giudizio e 231 prosciolti. Si dava l’avvio al MaxiProcesso: viene costruita un’aula apposita per l’occasione a Palermo, l’aula bunker, capace di contenere tutti gli imputati, tutti gli avvocati ed anche il pubblico, con le più speciali misure per la massima sicurezza: vetri antiproiettile e militari in ogni angolo. Con un apposito decreto si modifica la costituzione delle Corti D’assise, da questo momento saranno previsti i supplenti: supplente del presidente della corte, supplente del pm, supplente dei giudici popolari. Tutte misure cautelari affinché tutto possa continuare in caso di omicidi mafiosi atti a depistare il processo.

Era il 10 febbraio 1986 e iniziva il processo alla mafia, il processo più grande nella storia dei processi penale, ‘U Maxi’.


Michele Messere

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