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QUESTA NON É LA MIA ITALIA.

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 11 giu 2018
  • Tempo di lettura: 2 min



È innegabile, Salvini ha ottenuto una vittoria politica netta e 629 persone stanno per essere portate in salvo sulle coste di Valencia. Allora cos’è questo senso di disgusto? questo sordido e raccapricciante voltastomaco?

Tanti, a dire il vero la maggior parte dei miei connazionali, hanno accolto la notizia del rifiuto dell’Italia all’approdo della nave Aquarius sulle coste della penisola con entusiasmo: “è una vittoria per la sovranità del Paese!” Dicono.

Evidentemente si sentono già più ricchi e più sicuri del proprio posto di lavoro, è normale che sia così quando ci sono 629 “negri”(sic) in meno. Chi crede che il razzismo non c’entri sbaglia, l’Italia ha oggi compiuto un gesto razzista. Ho sempre avuto un forte senso nazionale, ritengo che il patriottismo sia utile allo sviluppo di una nazione e sono sempre stato critico nei confronti delle esasperazioni del progressismo; insomma, non sono mai stato un liberal o, come va di moda chiamarli, un buonista.

Sono sempre stato fiero delle mie radici culturali, ho sempre ricollegato la mia patria al rinascimento, al romanticismo e all’amore per il diverso. La mia Italia è un Paese aperto, civile e generoso. La mia Italia forse non è mai esistita. Non me la sento di prendermela con il Ministro degli Interni, Salvini o con il Ministro dei Trasporti, Toninelli. Loro sono solo gli esecutori materiali degli ordini del popolo Italiano, ed è questa la cosa che più mi spaventa e mi disorienta. Oggi è morta la mia idea di Italia, l’idea di Italia che in molti come me avevano. Ha vinto, al contrario, l’idea di nazione che ha chi non sa empatizzare con chi esce fuori dal proprio campo visivo, la becera idea sciovinista propria di chi confonde la nazione con la nazionale, la stessa idea, e mi assumo in pieno la responsabilità delle mie parole, di chi ha compiuto, svolto e giustificato l’Olocausto. Ha vinto la più triste, penosa e sporca delle Idee.


Carlo Scasserra

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