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L'unica casa possibile

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 11 dic 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Guardiamoci negli occhi: il partito democratico è l’unica casa possibile per i socialdemocratici e i liberali di sinistra. Nonostante tutto.

Sarebbe bello se i nonostante fossero meno, sarebbe bello se le classi dirigenti locali e nazionali del PD si fossero mosse in maniera diversa, sarebbe bello se i democratici avessero mantenuto spirito critico rispetto ad un’ Europa senz’anima, un’Europa lontanissima da quella che i padri costituenti dell’UE immaginavano. Sarebbe bello se le istanze liberali dei governi Renzi e Gentiloni fossero state portate avanti di pari passo con politiche economiche di centro-sinistra e non neo-liberiste. Non per una questione di efficienza, quanto più per un’eredità storica troppo spesso dimenticata, come del resto sono stati dimenticati giovani, precari e classi operaie. Il PD è stato per troppo tempo una copia “pezzotta” dei radicali e, con tutto il rispetto, i radicali a malapena sono entrati in parlamento negli anni più luminosi.

Altro grosso problema dei dem è nell’elettorato, perché, si sa, la classe dirigente è strettamente dipendente da questo. L’elettore del Partito Democratico medio è Renziano: saccente e arrogante. È talvolta contrario al suffragio universale, apertamente o meno, cioè contrario a quei valori alla base di una qualunque forma di democrazia moderna, in particolar modo contrario poi all’eredita storica di partito di sinistra che i dem si portano sul groppone. Insomma, l’elettore PD è, come gli elettori degli altri schieramenti, quello che Jason Brennan definirebbe elettore Hooligan.

L’avvento del movimento 5 stelle in Italia ha portato passione per la politica, una passione che però è strettamente legata ad una bandiera, una passione calcistica della quale la politica si è appropriata. Certo, prima questi elettori non erano certo Vulcaniani (elettori consapevoli e con spirito critico), bensì elettori Hobbit (disinteressati alla politica).

Questa tesi di Brennan, espressa nel saggio “Democrazia addio, Benvenuta Epistocrazia” potrà sembrare naïf, ma spiega in maniera chiara ed indiscutibile la situazione politica italiana e occidentale. Esiste un modo per trasformare gli elettori da hooligan a Vulcaniani? Sì. Come? Non di certo blastando persone a caso sui social in stile Mentana, ma con il dialogo e, soprattutto, spirito critico. Ecco perché ripartire dai dem.

Il PD, essendo un partito moribondo, ci offre l’opportunità di essere riformato da zero o quasi, e per questo bisogna smettere di guardare a ciò che è stato, dobbiamo invece sognare quel che potrà essere e, se siamo forti e fiduciosi, sarà il più grande partito di centro-sinistra d’Europa. Serve impegno, fatica e forza per ripartire, ma siamo nel momento storico che ci permette di farlo.

Non esiste un’altra realtà politica alla quale appoggiarci, non esiste un altro partito di centro-sinistra che abbia senso di esistere, a meno che non si voglia continuare nell’ottica masochista che ci caratterizza dal giorno zero. Abbiamo bisogno di rinnovamento, di ideologia (vocabolo che nella terza Repubblica sembra essere diventato una parolaccia) di visione d’insieme e di Europa, ma non questo leviatano che sembra essere diventato un mero organismo di controllo finanziario, parlo di una vera UE. Ricostruiamo senza rottamare, lasciamo la violenza verbale agli altri e diamo prospettive al nostro paese. L’italiano è solo deluso, non stupido. Diamo una nuova speranza a questo Paese.

Io ci sto, e voi?


Carlo Scasserra

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