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QUELL’INNOCENTE GIOCO, IL RAZZISMO

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 5 lug 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 6 lug 2018




A seguito degli ultimi episodi di razzismo avvenuti nelle nostre città. A seguito della svolta inumana intrapresa dalla sporca, vigliacca coscienza collettiva virtuale. Perché questo non é un gioco. Ecco la mia risposta. Fredda, secca. Perché questo non signifca essere ragionevoli, questo significa essere razzisti. Ed io non sono buonista, né tantomeno moralista. Io mi sforzo ancora di ragionare. Io ancora non sono afflitto dal virus dell’odio.


Voi giocate. Giocate a questo innocente gioco. Schernitevi attraverso questo grande gioco. Continuate attraverso i vostri polpastrelli e digitare sulle tastiere appiccicose del vostro computer parole d’odio.

Non vi fermate, continuate. Tanto é questione di poco, é solo un gioco, prima o poi a giocare allo stesso gioco ci si stufa, quindi tranquilli.

Continuate lì, seduti, alienati, ad alimentare l’odio che si fa flusso e scorre e striscia ed assume talvolta le sembianze di una Valanga, talvolta quelle d’un fiume in piena.

Ma si lo fanno tutti, cosa sarà mai un po’ d’odio. Ma poi tanto a leggervi sono quattro gatti ad ogni post.

Come dite? Ah si, certo! sicuramente a volte dopo una giornata di stress ci vuole proprio una bella manciata d’odio per sfogarsi. Contro chi? Contro il primo che capita, si.

Ma si, ormai la palestra non ce la si può più permettere.


E invece no. No. No. Non é un innocente gioco. Era innocente prima. E pensare che sulle vostre spalle portate il macigno dei milioni di martiri della generazione che vi ha preceduto. Si. É così. Non potete pensare che sia un innocente gioco.

Perché così tutto ebbe inizio ottanta anni fa. Quando si cominciò gradualmente ad essere indifferenti col diverso, per poi essere gradualmente schierati contro il diverso, e poi il resto lo sapete.

Come dite? La storia non si ripete mai due volte. Bene, ma la storia insegna che da determinati presupposti ne sono scaturite determinate conseguenze. E oggi sembra che ci si stia sforzando per avvicinarsi sempre di più agli stessi presupposti di ottanta anni fa.

Giusto per ricordarvi : tutto ebbe inizio con i sentimenti di rabbia diffusi nella coscienza collettiva degli italiani a seguito della fine della prima guerra mondiale, quando l’italia versava in una grave crisi economica, era investita da una forte inflazione e da una crescente disoccupazione. Inoltre nelle fabbriche aumentavano gli scioperi ed in tutto il paese c’era un’alone di preoccupazione per quel sentimento comunista che aleggiava nell’aria come una nebbia rossa, che si temeva sarebbe tramutata presto in una rivoluzione proletaria sulla scia di quella avvenuta nel 1917 in Russia. É qui che subentrò Mussolini, che nonostante giunse al potere attraverso la presa coatta delle istituzioni (con la marcia su Roma del ‘22) comunque riusciva ad essere il condensato del timore che si era ramificato e radicato nel paese. Da lì in poi fu lui la figura rassicurante.

Ma la storia ci parla oggettivamente di un Mussolini che tanto rassicurante non fu. Di un Mussolini che al ridosso del decennio successivo a quello in cui prese consensi, strinse un’asse con Berlino, ed il resto lo sapete.

Parentesi storica a parte, ciò che devo dire é che inevitabilmente questi sentimenti di rabbia diffusi si stanno espandendo ma ancora non sfogano concretamente. Quando vi limitate anche soltanto ad appoggiare con molta superficialità idee violente che si pongono sulla scia del razzismo, dovete sapere che siete colpevoli. Siete colpevoli perché se oggi le conseguenze di ciò che dite non si palesano, un giorno potranno palesarsi. Perché ciò che si sta mettendo in modo é una gigantesca molla, che si sta tendendo, e che un giorno, quando meno ce l’aspetteremo, si riverserà su di voi stessi.

Oggi volete credere che il pericolo sia un venditore ambulante sulla spiaggia, oggi vi divertite a sguinzagliare un cane contro un venditore ambulante sulla spiaggia, vi divertite e vi scagliate anche contro chi prova a difendere il venditore. Oggi ciò che sapete dire é “buonista”. Ma voi non sapete, voi non riuscite a capire, che quel flusso d’odio lo state alimentando. Ma l’odio é cieco, é irrazionale. Oggi lo state nutrendo, domani sarete voi stessa la carne di cui si nutre la bestia, l’odio.

Sempre girandosi indietro di qualche metro e guardando alla storia che ci ha di un istante preceduto, questo lo capiamo. Quando Mussolini prese consensi egli rappresentava una figura di fiducia. Nessuno avrebbe immaginato invece che mentre si combatteva inutilmente contro la razza “negra”, per uno spirito collettivo diffuso, c’era chi invece stava mettendo in atto un piano per la creazione di uno stato totalitario. E mentre si era tutti distolti a guardare al pericolo “nero” africano, il vero pericolo nero si stava calando come una teca di vetro sugli italiani. Che divennero schiavi di un sistema di controllo totalitario.

E quindi oggi, bisogna ragionare. Non potete permettervi la mediocrità. Dovete comprendere che siete colpevoli se nell’odio ci sguazzate.

Perché credevate fosse solo un gioco sul mondo virtuale ma che si é tramutato in un gioco più che reale. Perché non é innocente giocare contro altri esseri umani, e perché stando alla storia, a perpetuare questa guerra ideologica stupida, inutile, beffarda, contro il diverso, a vincere non sarete voi.


Michele Messere

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