''Non passa lo straniero''. O forse no?
- IL PAMPHLET
- 9 gen 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Un'odissea durata quasi venti giorni per un pugno di migranti che non dovevano sbarcare in Italia. Ma siamo dunque sicuri che nessuno stia sbarcando sulle nostre coste? Oppure mentre viene messa in atto una grande vetrina mediatica, dalle retrovie accadono cose che non andrebbero dette?

Cosa stavate facendo il 22 dicembre di quest’anno? Immagino foste già in clima natalizio. Qualcuno di voi forse si accingeva a riabbracciare i propri amici lontani, altri si ricongiungevano alla propria famiglia. Quasi sicuramente diverse mamme si apprestavano a fare la spesa per i vari pranzi e cene natalizi, perpetuati fino allo sfinimento. Una lunga sfilata di pietanze, in una irrefrenabile voglia di divertimento, racchiusi fra le calde mura delle proprie case. Feste, musiche e danze avranno allietato il vostro buon convivio, accompagnati da prelibatezze. Tutto celato dietro la grande Magia del Natale, amore, pace, fraternità. E magari durante quei giorni qualcuno di voi si sarà anche ricordato di andare in chiesa. E forse avrà anche pregato affinché possa sparire “la fame nel mondo”.
E mentre tutti voi vi allietavate di cotanti giubilanti frangenti, trentadue esseri umani venivano apparentemente portati in salvo dalla “Sea Watch 3”. Soccorsi in mare dopo la grande odissea che dio solo sa, assieme agli occhi dei trentadue bastardi, cosa sia stata.
Voi vi divertivate no, in quei giorni?
Loro no. Non hanno avuto il modo di divertirsi. E non lo hanno avuto fino a qualche ora fa, quando Malta ha autorizzato lo sbarco. Loro, come le diciassette persone che venivano salvate dalla Ong “Sea eye” il 29 dicembre del 2018.
Purtroppo non siamo noi a decidere il nostro destino alla nascita, é Dio. E Dio ha deciso che noi avremmo sparato i botti di capodanno e loro avrebbero combattuto tra la vita e la morte. Facile.
Oggi, 09 Gennaio 2019, le due navi oscillano fra le coste del mar Mediterraneo in disperata ricerca di aiuto e solo oggi, a distanza di 19 giorni, termina forse il calvario. Questo perché il Salvini che é nelle coscienze degli Italiani ha ritenuto che questa fosse una cosa giusta. Mantenere una linea rigida contro coloro che cercano disperatamente soccorso é la cosa giusta. Ci siamo fatti assalire dal pensiero perverso, distorto, psicotropo secondo cui possano essere quattro poveracci in cerca di aiuto il problema di una Nazione.
E quindi vai con la linea dura: “In Italia non si sbarca”.
E quindi voi credete seriamente che in Italia non sia sbarcato nessuno? Poveri illusi. Eccolo qua il solito trucchetto di magia da quattro soldi. Dal 22 dicembre ad oggi in Italia sono sbarcati 165 disgraziati (grazie a Dio). [fonte: Ministero dell’Interno]
Il problema é che la restante parte che é in mare a lottare tra la vita, la morte ed il ghiaccio, é tenuta in ostaggio dalle nostre coscienze distorte, in cerca dell’agnello sacrificale.
Ma questa inutile battaglia non trova santi. Nonostante le nostre coscienze saranno tenute a bada ancora per qualche giorno col pensiero che in Italia non passa lo straniero, il fenomeno migratorio continuerà incessantemente a produrre i suoi frutti, cioè un pugno di persone in cerca d’aiuto, perché la migrazione non ha un inizio né una fine.
Fenomeno che fortunatamente può essere governato, ma non attraverso la immaginaria quanto pleonastica “linea dura”. Servono persone di scienza e coscienza, che possano ideare ed adottare misure. Non un pupazzo che incarna i sentimenti più meschini di questo paese (ovviamente parlo del nostro sior sior kapó ministro Salvini).
Continuare ad alimentare la chiusura mentale attraverso un Matteo Salvini quale catalizzatore non potrà far altro che condurci gradualmente ed ineludibilmente verso un’arretratezza solcante spinte d’odio, che si ritorcerà contro noi stessi.
Non serve che si facciano i paragoni con la storia, perché continua a rimanere sempre tutto fin troppo distante. Il disumano non lo stiamo raggiungendo, lo abbiamo già raggiunto e lo tocchiamo tutti i giorni. Ogni qual volta pensiamo anche soltanto per un istante che esistano delle diversità fra gli esseri umani, ogni qual volta cerchiamo di legittimarci con il futile quanto ignorante pensiero che una cultura diversa dalla nostra sia malvagia a priori e che tale cultura possa e voglia “invaderci”. Ogni qual volta facciamo prevalere l’istinto alla ragione. E questo dispiace, perché da esseri umani coscienti, avremmo dovuto lasciare al secolo scorso quantomeno questo ottuso refuso.
Pensate una volta, ancora soltanto, che ci sono una manciata di esseri umani in mare aperto. Noi DOBBIAMO ribellarci. Non é nient’altro che propaganda, lo attestano i numeri: 165 persone sono comunque sbarcate in Italia dal 22 dicembre. Questo non é il modo con cui governare i flussi migratori.
‘A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.’
-Primo Levi, “se questo é un uomo”.
Michele Messere
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