LA KULTUREKAMPF DEI CULTURE CLUB
- IL PAMPHLET
- 21 mag 2018
- Tempo di lettura: 3 min

J’accuse!
Sono un ragazzo appena ventenne, con poca esperienza alle spalle e una visione del mondo ovviamente ancora superficiale eppure sento che qualcosa non sta andando per il verso giusto. La generazione che ci ha preceduto è, e passerà alla storia, come la generazione che ha fallito e questo c’entra poco o nulla con la situazione economica. Il reale problema è inequivocabilmente di natura sociale: inezie hanno spodestato le priorità mentre quelli che per millenni sono stati considerati princìpi e valori sono subordinati a stupide forme del politicamente corretto. Non voglio essere frainteso: i diritti degli animali sono importanti ma come possono essere eretti a priorità quando il 13% degli esseri umani vive sotto la soglia di povertà estrema? (World food programme).
Per non parlare dello spirito di patate con il quale gli elettori della sinistra moderata continuano a erigersi sul piedistallo della consapevolezza e della ratio; fanno del male sia a loro che al loro schieramento di riferimento.
In effetti la sinistra è sempre stata un po’ supponente ma almeno in passato aveva buone ragioni alle quali appigliarsi. Si è passati dallo scendere in piazza per i diritti dei lavoratori al recriminare su Facebook, talvolta con una veemenza inspiegabile, l’uso scorretto che chicchessia facesse dell’articolo davanti al sostantivo “trans”.
Ma non è solo la sinistra ad essere svilita e priva di contenuti ma anche, e soprattutto, la destra.
Ad essere onesti le critiche alla sinistra sono ormai trite e ritrite, sicuramente condivisibili, ma nessuno prende in esame il black out che ha investito i conservatori nel mondo.
Giuseppe Prezzolini, nel Manifesto del vero conservatore, scriveva: “Il Vero Conservatore «non è contrario alle novità perché nuove » ma «non scambia l' ignoranza degli innovatori per novità ». Guarda indietro, per andare avanti.”
Io vi domando: Esiste un movimento, partito et similia capace di rispecchiare valori del genere? No.
Oggi la destra urla ruspa, muro al confine, che tornino a casa loro e altre interminabili velleità di matrice totalmente populista.
Oggi l’uomo di destra non è più colui che vuole salvaguardare la libertà del singolo e il rispetto delle tradizioni ma chi grida aiuto contro le armate del nemico immaginario, chi è talmente spaventato dallo straniero da pensare che tutti i mali della società derivino dell’immigrazione e dall’ “uomo nero” brutto e cattivo. Ma non ditelo alla sinistra, è troppo impegnata a twittare #metoo.
Ovviamente a completare il quadro di mediocrità non poteva mancare chi si definisce “postideologico” (Che ca**o vuol dire?), chi fino a ieri non aveva la più pallida idea di cosa volesse dire repubblica parlamentare perché a votare preferiva giocare a Subbuteo, perché nelle ore di storia e filosofia focalizzava la propria attenzione sul culo della prof.
Vi prego miei coetanei, superiamo questo stallo, torniamo a credere non solo nella politica ma anche nella civiltà. Non vi chiedo di essere di destra o di sinistra, vi chiedo solo di essere politicizzati, di formare i vostri ideali, di basarvi su princìpi saldi e inequivocabili. Sogno un futuro in cui il dibattito sarà di nuovo a livello ideologico e non più superficiale, sogno una sinistra che sia tale: che creda in un welfare forte, nella difesa dei diritti degli indigenti e nei valori del lavoro e sogno una destra che combatta per lo stato minimo, per la libertà economica e che creda nei valori della patria. Solo allora potremo riscattarci da questo medioevo mediatico.
Carlo Scasserra.
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