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"Il regno dell'uguaglianza comincia"

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 7 ott 2018
  • Tempo di lettura: 4 min


C’erano una volta, in un tempo ed un luogo remoti, un popolo e uno stato che non andavano tanto d’accordo. Il popolo non si sentiva abbastanza ascoltato né dallo stato, né tantomeno da Dio, visto che chi governava il primo faceva effettivamente i propri interessi, e il secondo a tutto pareva interessarsi fuorché alla sua ‘’opera prima’’.

Era un periodo davvero buio: una grande crisi economica che aveva investito tutto il mondo circostante si era ripercossa anche sui poveri, inconsapevoli, sfortunati cittadini del non-luogo. Ma loro non avevano fatto nulla per meritarsi tutto ciò. Costretti ad assistere inermi allo sfacelo delle loro vite, investiti dagli aumenti dei prezzi anche sui beni di prima necessità, che iniziavano ad essere così costosi che le famiglie più disgraziate non potevano più permetterseli, i piccoli cittadini del non-luogo iniziarono a coalizzarsi, perché erano stufi di tutte queste ingiustizie.

C’è da dire che c’era più di un movimento che si faceva portavoce del popolo: c’era chi aveva idee più di ‘’destra’’ e chi idee più di ‘’sinistra’’; chi era più ‘’rivoluzionario’’ e chi lo era meno; ma questi erano piccoli particolari per i poveri cittadini del non-luogo, che avevano un solo desiderio: maggiore uguaglianza.

Ecco che nonostante le ‘’leggere’’ divergenze fra le ideologie degli schieramenti popolari, si trovò un accordo. Perché infondo tutti si riconoscevano come simili nell’avere un nemico comune: il sistema di governo precedente. Quindi coalizzarsi era l’unico modo per averla vinta.


Una volta coalizzati bisognava capire con chi riprendersela, andava ben identificato il nemico comune: con Dio era effettivamente difficile, viste le distanze. Rimanevano i governanti interni e gli stati circostanti ritenuti, insieme a Dio, i diretti responsabili della carestia e della crisi economica.

Lo stato era gestito da una ristretta cerchia di persone, che avevano semplicemente avuto da Dio il dono di nascere in uno strato sociale anziché in un altro, e che si erano crogiolate nel benestare per una vita intera. Questa cerchia di persone era in effetti non esente da colpe. Ecco che la prima repressione avvenne nei confronti di questi: il popolo, portato avanti dalle menti brillanti della borghesia e dalle loro idee apparentemente rivoluzionarie, riuscì a scacciare i governanti, deciso ad imporsi ed imporre le proprie regole al resto del mondo. Regole di giustizia ed uguaglianza, meritocrazia e libertà.

Quando fu ‘’rottamato’’ una volta per tutte il vecchio ordinamento politico, il nuovo ‘’governo del popolo ’’ si rese conto che c’era un’altra minaccia incombente: gli altri stati. Si, perché sembrava come se tutti remassero contro questa nuova instaurazione, cercando di ristabilire il potere dell’antica casta. Il popolo e i governanti, provenienti sempre dal popolo allora, fecero ferro e fuoco affinché forze esterne non prendessero il sopravvento. E riuscirono anche in questo. Debellarono anche la minaccia esterna che tentava di rimettere in piedi la casta.


Ecco che dopo aver neutralizzato la minaccia esterna sembrava che le cose si stessero finalmente mettendo per il verso giusto.

Tra i vari esponenti della nuova coalizione ci fu uno che prevalse sopra di tutti, il cui soprannome era ‘’L’INCORRUTTIBILE’’. Lui sembrava ‘’populare’’ più di ogni altri, ispirava fiducia nei cittadini. E i cittadini del non-luogo si fidavano dell’incorruttibile perché era fermo e duro nelle sue idee. Si faceva rispettare, riusciva a ‘’battere i pugni sul tavolo’’. Era stato principalmente grazie a lui che i vecchi governanti vennero deposti. Ed era stato grazie a lui che la minaccia degli stati-casta stranieri fu neutralizzata. Poteva sembrare anche un po’ rude e barbaro questo incorruttibile, ma solo grazie a una persona forte i deboli per una volta avrebbero potuto avere la rivalsa ed essere vincitori anziché vinti. ‘’Sono nato popolo, non sono mai stato altro, altro non voglio essere; disprezzo chiunque abbia la pretesa di essere qualcosa di più”. Come poteva non ispirare fiducia una persona che parlava in questo modo.


Ebbene, la novella del non-luogo ha una fine poco felice. Si, perché è la Storia a parlare in questo caso. Forse alcuni di voi avranno pensato che io stesi parlando dell'attuale governo giallo-verde e della sua ascesa, in realtà è una storia che appartiene alla Francia del ‘700, precisamente negli anni della rivoluzione francese:

‘’L’incorruttibile’’ aveva un nome: Maximilien de Robespierre. E fu davvero un grande ispiratore del popolo. ‘Il regno dell’uguaglianza comincia’’, disse. Peccato che quando salì al potere la sua rivoluzione egualitaria durò molto meno di quanto si aspettasse. Si perché egli stesso, che sembrava l’amico del popolo, si trasformò in un despota illuminato. Fece ghigliottinare chiunque gli remasse contro, finanche gli appartenenti del suo stesso schieramento politico, perché era ossessionato dal mito paranoide del complotto. Ci fu in quel periodo un completo asservimento della stampa, e ogni esecuzione iniziò ad essere giustificato con la minaccia di una rivalsa aristocratica.


Il periodo che va dalla morte del re Luigi XVI e la presa del potere dei giacobini del 21 gennaio 1793, e il 27 Luglio 1794, giorno dell’arresto di Robespierre sono stati rinominati ‘’gli anni del Terrore’’ della rivoluzione francese. Le stime dicono che in questo lasso di tempo furono uccise tra le 30mila e le 70mila persone.

Eppure niente avrebbe fatto pensare al popolo che stava per incombere una minaccia ancora più grande di quella rappresentata dal potere monarchico di Luigi XVI. Nessuno si sarebbe mai aspettato che la rivoluzione si sarebbe riversata sui cittadini stessi.

Ecco perché bisogna essere sempre vigili. Ecco perché non si deve mai avere piena fiducia nel potere, qualunque esso sia, qualunque faccia abbia, qualunque ideale segua.

Nonostante la storia non si ripeta mai allo stesso modo, fa comunque ''rima con se stessa'', come diceva Mark Twain. Non possiamo permettere che il nostro futuro possa di nuovo far rima con le peggiori pagine che nei libri di storia sono state scritte.

‘’La storia entra nelle nostre vite, le nostre vite si svolgono nella storia’’, ci diceva sempre al liceo la prof di storia e filosofia. E aveva ragione.


Michele Messere

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