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Fra buchi neri e zucche vuote

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 4 ago 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Di Carlo Scasserra

Le società, per fortuna, si evolve. Non pensavo di dover affermarlo su questa piattaforma proprio a chi, con me e più di me, ha donato parte della propria speculazione intellettuale proprio alla sacralità della scelta del singolo, al rispetto per la vita privata e alla libertà di pensiero. Talvolta però, la paura di un’etichetta, la paura di essere posto in uno dei due buchi neri dello spirito critico dei salviniani e degli anti-salviniani porta le persone a prendere immediatamente posizione perché, è sempre più chiaro ormai, in politica la riflessione fa male.

Aldo Moro è stato uno dei più grandi statisti nella storia del nostro paese, uomo di equilibrio, sagace, con senso dello stato e delle istituzioni ma quando sedeva in riva al mare con la propria pargola, in Italia uomini e donne non vedevano i propri diritti parificati, l’omosessualità sarebbe stata considerata ancora per tre decenni come una malattia, il divorzio era lontano, l’aborto non ne parliamo e le libertà relative alla sfera personale erano ai minimi termini: era un’altra Italia. Nessun vero liberale, nessun combattente per i diritti individuali, nessun progressista può rimpiangere quella foto: nessuno.

Ora si parla di stile, che è tutt’altra cosa, su quello ognuno ha il diritto alle proprie considerazioni personali ma attenzione, si difenda la libertà di scelta di tutti. Salvini ha diritto, esattamente come me e come voi, a passare il suo tempo libero come meglio crede, può giocare a fare il disk jockey, farsi selfie con la linguaccia e bere il gin tonic mentre balla a petto nudo, noi non siamo estremisti conservatori, per noi la libertà è sacra sempre, persino quella dei nostri nemici, persino se quello stile è il più lontano possibile dal nostro, persino se lo troviamo ripugnante.

Ballavate come ossessi quando i vostri eroini antisistema della “casa de papel” hanno riesumato “bella ciao”, ripresa da tanti parlamentari per propaganda, stuprata questa sì da remix tristissimi e scadenti; so perfettamente che per molti di voi quel canto vale più dell’inno nazionale, ma oggi vi scoprite patrioti, oggi e quando gioca l’Italia (ma solo quella del calcio, o tuttalpiù, alle Olimpiadi).

Detto questo Salvini è un tamarro, e il suo stile non piace neanche a me, per niente, ma difenderò il suo diritto a vivere il proprio privato come vuole, al contrario non perderò occasione per massacrarlo relativamente al piano politico e del linguaggio. Ti avverto, stai buono ministraccio, stai buono.

 
 
 

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