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Flower Injections: "la Tv a colori". Il commento alla terza serata

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 7 feb 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

di Michele Messere-Ieri sera sul palco si svelava il volto di un'altra Italia. La cultura con Benigni. Il dissenso civile con gli artisti. Come Lauro, un passo indietro ad Annalisa che afferma sul palco di Sanremo una versione di se Gender Fluid. O miss keta ed Elettra che si baciano. E ancora il corpo di ballo multietnico di Gabbani. Le mimose donate dai Pinguini ad un professore dell’orchestra. E ancora Alketa: serviva una presentatrice albanese per destarci dall’incubo e ricordarci il vero paese che siamo.



Comincia Zarrillo che porta con se Fausto Leali. Avevo sottovalutato la forza della voce di Zarrillo. Junion Cally con i viito sembrano 3 ubriachi che cantano sul calare di una serata in un bar di provincia. Fuori tempo, fuori luogo, fuori tutto. Masini con Arisa: mettete una sera, in una osteria, a mosca, un revival di musica italiana. Ci ha fatto immaginare futuri alternativi degli anni ottanta in cui la musica dance si è evoluta male. Volgare. Metti invece un piano bar, a capri, diversi anni fa: una disincanto in cui ci hanno catapultato Raphael Gualazzi e Simona molinari. Se La La Land fosse girato in Italia. L'attinenza al tema è da 10, e loro due vestiti da gala sono paradossalmente trasgressivi. Anastasio con la Pfm sono l’ok boomer spiegato con una canzone. Grazie. Levante michielin cosa: prendi le superchicche e falle cantare il karaoke. Nonostante Urso, alla Vanoni dobbiamo tutto. E le perdoniamo anche un’uscita fuori tempo. Regina. Elodie con Aeham Ahmad una bella cover. Ciò che si dovrebbe fare durante la serata cover con qualcosa in più: essere sobri e non strafare. Rancore è straordinario, un timpano che martella ininterrottamente. L’esibizione soffre nei ritornelli di “la rappresentante di lista”,ma soltanto perché non è Elisa. I Pinguini simpatici e irriverenti, divergenti e un po’ furboni: i medley sono una bella ruffianata. È un peccato vedere stroncato uno dei migliori pezzi della musica italiana da un ragazzo che a stento potrebbe esibirsi come cover band di vasco, parlo di Nigiotti che canta male anche "Ti regalerò una rosa". Ditemi quello che volete ma non comprendo il successo di questo scappato di casa.Giordana Angi porta un brano di Mimì, vestita da Mimì, il paragone non regge, ma l’interpretazione è magistrale. Nulla da dire. Il duo Vibrazioni-Canova non convince. Sarcina canta benissimo Anna Oxa, ma non è ben accompagnato dal frontman della band milanese. Diodato fa una cover canonica con qualche estroversione teatrale funzionale. Bravo. Brama con il braccio teso quello che per qualcuno gli spetta: il Leone di Sanremo. Aspira al trono. Ma occhio, però, potrebbe non ancora conquistarlo ed essere detronizzato dal golpe di Tosca: sta silenziosamente costruendo il suo piano. La cover di Dalla è perfetta. Concede alla melodia un nuovo respiro senza commettere il sacrilegio. Quando un pezzo è universale te ne accorgi da ciò: si adagia su un’altra lingua come il più bel abito da sera. Rita Pavone e Minghi non dispiacciono. Le dediche a Mimì sono due. La seconda arriva con Achille Lauro che stupisce di nuovo vestendosi da Bowie. Non si era fatto in tempo a dire che il paragone con il Duca Bianco era azzardato e lui che fa? Una trasfigurazione: diventa Ziggy Stardust (uno degli alter ego di Bowie) e canta Mimí. C’è dell’estro. “Ma come osa vestirsi da David Bowie?” Dicono. Ecco appunto per questo si è vestito da Bowie: delle nostre indignazioni se ne frega. Genio. Il tempo del menefreghismo sembra ormai scaduto invece per Morgan. Dopo le polemiche del giorno perché, a sua detta, gli avevano negato un turno di prove, lui sale sul palco senza direttore d’orchestra. La dirige lui, e ne viene fuori un tentativo maldestro. Una superbia che rischia di somigliare ad un oltraggio verso un palco che di anni ne compie 70. La sua rabbia contro il mondo ha ormai definitivamente nauseato. Ad infastidire invece i contendenti al trono è Irene Grandi: una cover delicata e bellissima, con un compagno singolarissimo: Bobo Rondelli. Pelù fa Pelù e omaggia Little Tony cantando “insieme” a lui proiettato sullo schermo, un’immagine romantica, forte e titanica al tempo stesso.

È bastato vedere che aveva indosso gli occhiali del padre per farmi venire i brividi. Bravo Jannacci. Se bisogna fare il Karaoke almeno Elettra riesce a farlo dignitosamente. Con Miss Keta che non azzecca un tono, ma la Miss la si ama e basta. La loro performance gioca sul teatrale, e strappa una risata. Gabbani prova il colpo scenico: sale sul palco vestito da astronauta. Ma la scimmia funziona una sola volta, l’esibizione e chierichettale e il colpo scenico non ha grandi significati extratestuali. Il corpo di ballo multietnico è una bella spallata a quell’Italia che aborriamo. Ah avevo saltato Riki, forse perché la sua esibizione l'ho già dimenticata.

Ieri sera sul palco si svelava il volto di un'altra Italia. La cultura con Benigni. L'incoscio, o conscio dissenso civile. Come Lauro, un passo indietro ad Annalisa che afferma sul palco di Sanremo una versione di se Gender Fluid. O miss keta ed Elettra che si baciano. E ancora il corpo di ballo multietnico di Gabbani. Le mimose donate dai Pinguini ad un professore dell’orchestra. E ancora Alketa: serviva una presentatrice albanese per destarci dall’incubo e ricordarci il vero paese che siamo. Non affrettatevi però con il giudizio: non è un Sanremo politico, è un Sanremo civile, che mette in scena le tensioni e le naturali evoluzioni di una società che nel reale deve ancora confrontarsi con il bigottismo e gli anacronismi temporali ed ora si libera dalle catene. Sembra ci sia una regia dietro questo disegno che contrasta con il tradizionalismo ed il conservatorismo ed invece sono pulsioni e ribellioni istintive che prendono il sopravvento e con un soffio, come per magia, spazzano via la polvere e le ragnatele dalle nostre menti atrofizzanti. È la visione artistica che che inavvertitamente strappa il velo del bianco e nero posatosi sui nostri televisori, che ci ridona uno spettro di colori dalle tante sfumature.


Le Pagelle:

Zarrillo-Leali 7

Cally-Viito 2

Masini-Arisa 4

Ricky- Ana Mena 4

Gualazzi-Molinari 8 1/2

Anastasio-Pfm 8

Levante-Michielin-Maria Antonietta 5

Urso-Vanoni 4 (ad Urso), 8 (alla Vanoni)

Elodie-Aeham Ahmad 7 1/2

Rancore- la rappresentante di lista 7 1/2

Pinguini 7

Nigiotti-Cristicchi 4 (a Nigiotti ovviamente)

G.Angi 8

Vibrazioni Canova 6 1/2

Diodato-Nina Zilli 8

Tosca-Silvia Perez Cruz 10

Minghi-Pavone 7

Achille Lauro-Annalisa 7 1/2

Morgan Esonerato

Irene Grandi-Bobo Rondelli 8

Pelù 7 1/2

Jannacci-Mandelli 7

Elettra Lamborgini-Miss Keta 6

Francesco Gabbani 6 1/2

 
 
 

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