COSTITUZIONALISTI E SUPPORTER: L'ITALIA DEL 2018
- IL PAMPHLET
- 28 mag 2018
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Sono giorni difficili, sono tempi difficili.
Ieri il Presidente della Repubblica ha rifiutato di firmare la nomina di Paolo Savona come ministro dell’economia impedendo al sedicente “governo del cambiamento” di mollare gli ormeggi. Come prevedibile il Paese si è immediatamente spaccato in due blocchi: pro Mattarella e anti Mattarella; come se fosse una squadra di calcio. In Italia siamo abituati a vedere un po’ tutto come una partita di calcio, scinderci in colpevolisti e innocentisti con la stessa immotivata veemenza con la quale si decide di supportare la Lazio o la Roma. Fin da subito è partita la sfida dei costituzionalisti da tastiera che, rifacendosi alle idee dei propri leader, hanno piegato la Costituzione alle proprie idee, nessuno (anche perché in pochi ne hanno i mezzi) ha piegato le proprie idee alla Costituzione. Da un lato c’erano gli arrabbiati, gli avvelenatori di pozzi che non appena hanno appreso la notizia hanno iniziato a parlare di impeachment (che, per dovere di informazione, non ha come radice l’italiano impiccio), dall’altro lato invece c’erano i Mattarelliani che più che interpretare hanno letto l’art. 92 come se fosse una poesia, non importa se autorevoli costituzionalisti come Valerio Onida (Presidente emerito della Corte Costituzionale) abbiano palesato perplessità sulla costituzionalità del gesto del Presidente della Repubblica, per i benpensanti sarà sicuramente un rincoglionito.
Cercando per un attimo di evadere dalla dialettica costituzionale, anche perché non sono un giurista, sarebbe importante valutare la vicenda di ieri sotto un punto di vista di più facile interpretazione: quello politico.
Sergio Mattarella ha, sicuramente in buonafede, aperto le porte ad un esecutivo giallo-verde molto più stabile, estremista e pericoloso dell’esecutivo all’acqua di rose che ci avrebbe governato qualora avesse accettato la nomina di Savona, a mio sommesso parere il PdR ha sdoganato l’anti europeismo e legittimato la lotta contro l’establishment più di quanto siano mai riusciti a fare i vari Salvini e Di Maio di turno.
Il leader della Lega ieri ha dichiarato che le prossime elezioni saranno un “referendum tra il vecchio e il nuovo”, cosa vorrà mai dire questa dichiarazione se non che c’è la concreta possibilità che possano correre in coalizione con il M5S? E non sarà nemmeno difficile farlo accettare agli elettori, basterà utilizzare la scusa della legge elettorale e unirsi sotto l’insegna del cambiamento e della lotta all’establishment. Qualora questo dovesse succedere è facile capire come andranno le cose: vinceranno.
E si sa, quando si è in tanti si ha più coraggio, si ha meno paura di esprimere le proprie idee senza filtri e, soprattutto, di attuare le proposte. Il veto di Mattarella mi ricorda la vicenda dell’Eracle e dell’Idra, il Presidente ieri ha tagliato una testa, ora al suo posto ne sono spuntate altre due.
Ad ogni modo non è semplicemente la paura di un futuro a trazione populista a spaventarmi ma anche il veto assoluto disposto dal Presidente della Repubblica, veto posto in maniera evidente per ragioni ideologico-politiche. Non condivido le posizioni euroscettiche ma spiegatemi in che modo il Presidente della Repubblica possa decidere l’orientamento politico di un governo e svolgere processi alle intenzioni sulle idee di un ministro indicato, ovviamente solo nel caso in cui le idee di questo non siano ampiamente incostituzionali.
Ma soprattutto mi fate paura voi, e sapete perché? Perché non siete capaci di ammettere le vostre lacune e la vostra ignoranza. Non vi concedete mai il beneficio del dubbio, criticate un gruppo politico in quanto tale considerando la consapevolezza e la razionalità appannaggio del vostro circolo degli eletti, avete ucciso la socialdemocrazia svilendone lo spirito, avete posto il vostro elitarismo culturale al di sopra degli ideali della sinistra e non ve lo perdonerò mai.
Non sono in grado di interpretare la costituzione, certo, posso farmi un’idea ma non ho la certezza assoluta di aver conquistato la verità, idem per le posizioni economiche. Perché voi sì? Come fate a dare giudizi lapidari sui sistemi economici e le interpretazioni del diritto senza averci sbattuto la testa per tutta la vita? Dove, di grazia, siete diversi dai grillini?
Carlo Scasserra
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