CIO' CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI
- IL PAMPHLET
- 14 giu 2018
- Tempo di lettura: 6 min

A cosa è servito il progresso?
A cosa sono serviti gli anni che ci precedono della storia dell’uomo in cui l’uomo per una sua sete di conoscenza ha cercato di scandagliare ogni aspetto del mondo che lo circondava. A cosa sono serviti il fuoco,la ruota, la scrittura, la matematica, la filosofia, il diritto. A cosa sono serviti gli amanuensi nel medioevo che hanno permesso il perpetuare della più grande letteratura del passato e delle più importanti pagine di storia, e delle più incredibili scoperte scientifiche. A cosa sono serviti Petrarca,Dante,Boccaccio, e poi l’umanesimo rinascimento tutto ( che se volessi condensare in qualche nome i duecento anni più belli che l’Italia abbia mai visto culturalmente, dovrei continuare con una lista che non entrerebbe nemmeno nei rotoloni regina).
E poi a cosa è servita la stampa, Martin Lutero. E poi il seicento e la rivoluzione scientifica : Copernico, Newton, Galilei. E poi l’età dei lumi, le rivoluzioni (dalle industriali alle borghesi). E l’ottocento, con quel suo tenero, dolcissimo e inevitabilmente inappagato desiderio dell’assoluto (romanticismo).
E Freud, e la psicologia, e il relativismo e Einstein. Quella bellissima ed inaspettata scoperta della penicillina (antibiotico).
A COSA E’ SERVITA LA SECONDA GUERRA MONDIALE? Anni più bui dei secoli bui del medioevo.
A cosa è servito Armstrong (Neil, non Louis; ma anche Louis e la sua tromba se volete).
Più sono passati gli anni, e più l’uomo ha impresso la sua creatività su ogni centimetro del mondo. Conoscendo ed esplorando ogni angolo di questo pianeta e di ciò che circonda la nostra amata terra.
A cosa, precisamente, tutto ciò è servito, se oggi apro Facebook e trovo orde di persone ignoranti pronte a smentire qualunque tipo di scoperta attraverso credenze mistico religiose?
E’ giusto che oggi abbiano così rilevanza le opinioni di folti gruppi di bestiame ignorantizzato che porta avanti credenze popolari?
Mi rendo conto che forse ci siamo spinti troppo oltre, così in là con le scoperte, che quest’ultime al posto di permettere all’uomo di sopraffare e controllare il mondo, hanno esse stesso sopraffatto l’uomo. Evidentemente il disorientamento dell’uomo moderno è incarnato dall’impossibilità di razionalizzare i dati di ogni scoperta. E in questa impossibilità [l’uomo] sta cercando di comportarsi nel modo più naturale possibile, quello che ne ha permesso la sopravvivenza, evoluzionisticamente parlando: si sta rinchiudendo in se stesso. (allo stesso modo in cui una tartaruga trarrebbe la testa all’interno della sua testuggine se si vedesse attaccata da un leone).
Così, in questo modo, si sta reagendo. Nell’impossibilità di analizzare i contesti attraverso basi solide, l’uomo poco acculturato preferirà credere che la soluzione sia la più comprensibile e accessibile fra tutte, che è anche la più fuorviante.
Fin qui ci siamo, è tutto da ricondurre ad un intrinseco aspetto animalesco e secolare dell’uomo, l’istinto di sopravvivenza.
Il problema però si pone nel momento in cui l’istinto di sopravvivenza, uno fra gli impulsi animali che si sono perpetuati inevitabilmente anche nella nostra specie, sopraffà la Ragione stessa. Eh si, perché non dimentichiamo che siamo stati dotati anche di Ragione, e che quest’ultima ci distingue dagli animali.
Questa ‘’Ragione’’ dovrebbe permetterci di dominare gli impulsi e le paure, soprattutto se queste ultime di frappongono fra l’uomo e la conoscenza.
Io penso che non possiamo permettere di darla vinta alla più cieca e irrazionale delle paure inconsce, la paura del non essere all’altezza della comprensione, quella che fa sviluppare all’uomo la necessità di comprendere imprescindibilmente ogni situazione, anche a costo di avvalorarsi delle più deliranti e aberranti analisi.
Tenendo bene a mente il contesto storico in cui l’uomo contemporaneo nasce, io penso debba essere suo tacito compito quello di perpetuare la conoscenza scientifica ai posteri. Quello di continuare a sviluppare il progresso. E invece ci si sta dirigendo nella direzione contraria, e purtroppo gli esempi sono concreti:
Oggi, in Italia, il ministro degli interni da poco eletto ha abbindolato una nazione intera nella credenza che esiste un pericolo di contaminazione etnica a causa delle migrazioni (il fenomeno forse più naturale nell’evoluzione della storia dell’uomo). Ha instaurato nelle menti di milioni di italiani la credenza che quest’orda di esseri umani provenienti dal terzo mondo sia, per una qualche ragione etnica, propensa maggiormente al crimine e allo stupro.
In realtà che il fenomeno migratorio sia in atto e indubbio (ad esser sinceri, un fenomeno che non ha mai smesso di esistere dagli albori della vita dell’essere umano). Come è indubbio che l’Italia negli ultimi anni si è trovata a fronteggiare un afflusso maggiore di immigrati, tanto da risultarne poco adeguata nel governare questo fenomeno evolutivo. Il risultato: una nazione che si è affidata a chi al posto di cercare razionalmente di porre un argine alla situazione, ha tratto la testa all’interno della testuggine. I fatti oggi ci parlano di una nazione che si è fatta sopraffare dalla paura. Una intera cittadinanza che ha volto le spalle al progresso.
Ma questo, se la storia ci parla di grandi imprese e stupefacenti scoperte scientifiche, NON POSSIAMO PERMETTERCELO.
Non possiamo permetterci di credere che i ‘’negri’’ africani siano stupratori seriali, soltanto perché alcuni di loro, trovandosi in condizioni economiche avverse, commettono inevitabilmente un crimine. Non lo commettono per qualche ragione etnografica particolare, lo commettono per una legge intrinseca alla natura dell’uomo che ci spiega una relazione direttamente proporzionale fra aumento di condizioni economiche avverse e aumento dei crimini. Come non possiamo dare sfogo alla credenza sui trentacinque euro, o alla credenza che siano persone che vengono a rubarci il lavoro, che fanno finta di non avere soldi ma poi hanno il telefonino.
Non possiamo permetterci di credere che l’Italia, con una popolazione di 60 milioni di abitanti, sia posta sotto scacco da un movimento migratorio che dall’inizio del 2018 ha permesso l’ingresso nel nostro paese di poco più di 9900 persone.
Tanto meno possiamo permetterci di credere che sia opinabile la natura benefica, per il singolo e per la società, del vaccino. Non possiamo permettere ad un irrazionale e delirante credenza mistica che millenni di scoperte scientifiche nell’ambito della medicina, quindi un bagaglio culturale perpetuato in secoli di evoluzione, possa essere messo in discussione dalla natura premurosa di una neomamma poco colta e fortemente irresponsabile.
E non possiamo permettere che esista una rappresentanza di questo ‘’scetticismo illuminato’’ negli organi esecutivi. Parlo dell’appena nominato sottosegretario al ministero degli interni Carlo Sibilia (proveniente dall’ala più delirante di un movimento 5 stelle che già di per se delira anche troppo).
Perché fin quando è ammissibile che ci sia una minoranza nella cittadinanza che si professa contro la massoneria e le sue losche macchinazioni ai danni della comunità è ok, fin quando ci sia una cospicua comunità che si professa contro i vaccini per un qualche percorso di mortificazione del corpo che trova le sue radici storiche nel cilicio (consulta Wikipedia) è ok. Ma non è ok se un uomo che condensa questi sentimenti cospiratori divenga il sottosegretario al ministero degli interni.
Se ciò avviene dobbiamo chiederci se ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Perché io, che a vent’anni sono fresco di storia avendola studiata negli ultimi 14 anni della mia vita, so che 90 anni fa, il motivo che ha permesso l’ascesa dei totalitarismi, risiede in una popolazione che non fu capace di comprendere la direzione che stava intraprendendo. Novanta anni fa una popolazione intera, in una delirante credenza estesa e radicata, permise al consiglio dei ministri di approvare le ‘’Leggi per la difesa della razza’’, sulla base di un manifesto scientifico professante l’esistenza delle razze e la superiorità di alcune sulle restanti.
Perché in realtà, è tanto vero che l’uomo ha paura, quanto è vero che la paura non verrà mai sconfitta da una credenza. Per quanto possa essere rasserenante pensare che senza aver mai aperto un libro di medicina si possa sindacare sulla natura benefica o malefica di un vaccino, questo non sarà la soluzione ai problemi.
Noi uomini e la nostra storia siamo molto di più di misere credenze popolari. Perché se le credenze popolari ci hanno permesso di fantasticare con gli occhi un uomo che in un futuro prossimo avrebbe raggiunto la Luna, sono state poi le scoperte scientifiche a consentire all’uomo di raggiungere la Luna realmente [PERCHE’ SI! CARLO SIBILIA, L’UOMO SULLA LUNA C’E’ STATO]:
1969, l’omonimo del più grande trombettista mai vissuto è il primo uomo a imprimere sul territorio lunare la propria impronta. Che è molto più dell’impronta del piede di un uomo. Rappresenta il passo più grande che l’uomo abbia mai fatto nell’inesauribile Odissea che è il nostro viaggio e la nostra ragione d’esistere.
Michele Messere
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