CI FAI, CI SEI O... YOUNG SIGNORINO?

Da ormai qualche anno in Italia impazza il fenomeno, ovviamente importato dagli States, della trap: genere musicale caratterizzato da melodie minimali e ipnotiche e testi cupi e aggressivi.

Molti sono stati i “trapper” italiani a cavalcare l’onda, così come tanti artisti hip hop hanno deciso di convertirsi a questo genere, verosimilmente per vendere qualche disco in più.

Fino ad oggi ho sempre guardato la trap music con un certo velo di sconforto e ironia, mi sembrava un genere musicale privo di qualunque attrattiva reale e scevro da qualunque innovazione, una moda sterile che cerca solo di rendere più piacevoli stereotipi banali e decisamente diseducativi.

Finché non è arrivato Young Signorino.

Young Signorino fa schifo, fa universalmente e indiscutibilmente schifo.

Sembra essere un alieno venuto da qualche specie di Iperuranio ribaltato, appositamente per mettere sotto sopra i canoni di bellezza. Prima di lui la Dark Polo Gang ha tentato di distruggere la nostra tavola di valori per poi però costruirne una fatta di sesso, droga e soldi; Young Signorino no, non gli importa nulla di dare esempi, vuole solo generare ribrezzo nell’ascoltatore con melodie e testi il più possibile distanti dall’armonia e dalla bellezza.

È proprio la sua totale assenza di scopo, obiettivi e messaggio a portarmi non più a compatirlo o deriderlo ma ad esserne raccapricciato.

Che sia chiaro, non ascolto “capolavori” come “mmh ha ha ha” in cuffia né sto consigliando a voi lettori di appassionarvi alla sua musica, dico solo che è la prima cosa realmente interessante e rivoluzionaria mai partorita da un genere musicale che è riuscito in pochi anni a mangiare a livello mediatico e di vendite il proprio padre nobile: la musica hip hop.

È un fenomeno mediatico fino a pochi anni fa inimmaginabile, possiede tutte le caratteristiche di un “troll” senza esserlo affatto, è un essere antropomorfo che partorisce disagio in ogni sua forma. Young Signorino è il nuovo ma, come spesso accade, il nuovo non rappresenta un passo in avanti rispetto al passato.

Carlo Scasserra