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Chiudi gli occhi, è il nostro sogno.

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 19 lug 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

di Michele Messere


“L’uomo è sulla luna”. Credere o non credere? La seconda è molto più facile della prima, lo scetticismo è sempre la via più semplice. Per credere bisognerebbe studiare l’evento e poi capirlo. Ma chi li capisce tutti quei termini tecnici, e quelle teorie fisiche. E chi mai riesce a filtrare l’infinità di documenti ed informazioni presenti sul web. Pochi. Ma vedi, ti svelo un segreto, esiste una terza via. Fermati un attimo, chiudi gli occhi, e lasciati avvolgere dal più grande sogno che tu abbia mai avuto. Forse ci vorrebbero anni, troppi, per un uomo solo per raggiungere quel sogno. Ma non tanti per la specie umana. Continua a tenere gli occhi chiusi. Il fuoco, la ruota, la scrittura, la matematica, la filosofia, il diritto. Gli amanuensi, ponti fra culture. Petrarca, Dante, Boccaccio. Poi l’umanesimo rinascimento tutto, i duecento anni più superlativi che la nostra penisola abbia attraversato. La stampa e Martin Lutero. Chiudi gli occhi, ascolta. Il seicento e la rivoluzione scientifica : Copernico, Newton, Galilei. E l’età dei lumi, le rivoluzioni (dalle industriali alle borghesi). E l’ottocento, con quel suo tenero, dolcissimo e inevitabilmente inappagato desiderio dell’assoluto. E Freud, e la psicologia, e il relativismo e Einstein. E infine la più rivoluzionaria scoperta scientifica del ‘900, la penicillina, grazie ad uno studio fortuito di Alexander Fleming.

Continua a tenere gli occhi chiusi, lasciati cullare da questo viaggio nel vuoto che è la storia dell’uomo, la storia di come tu sei nato. Non serve più credere o non credere, la tieni dentro, è tutta scritta in un grande libro che è tutto e niente allo stesso tempo ed è dentro di te. La senti, non devi credere. E non si tratta di fede illuminata, perché è la naturale evoluzione dell’uomo, tesa al progresso. Assisti ad essa ogni giorno. Arriva la catastrofe dei totalitarismi, e senti ancora l’eco delle grida dei tuoi avi. Urla inscritte nel tuo Dna. Continua a tenere gli occhi chiusi. Ed eccolo lì il momento. Uno fra tanti in cui l’uomo crede di essere Dio, in cui l’uomo si fa Dio. Eccolo, lo vedo con i miei occhi attraverso una piccola scatoletta che proietta immagini in bianco e nero. Attorno a me ci sono persone che non riconosco ma che so di conoscere da sempre. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Guardo una parete, un calendario, è il 20 Luglio e tutti stanno guardando le immagini grigiastre vicino a quel congegno. Ci sono! Sono i ricordi di mio padre. Quelli che mi ha raccontato costantemente negli anni. Me lo dice sempre: “pochi ricordi sono così lucidi come quello del giorno dell’allunaggio”. E li ho qui, dentro di me. La sua memoria è la mia memoria. L’orologio segna le 22 e qualche minuto quando scoppia un applauso fragoroso. Non solo in casa, anche fuori, risuona fra le vie l’applauso che si protrae dalle finestre delle case. È il sogno dell’uomo, di me e di te uniti assieme a formare una cosa soltanto, un genere, una specie.

“È frutto della Fede dell’uomo” diceva a questo punto Tito Stagno dagli studi Rai, in una diretta di 30 ore che passerà alla storia.

È tutto così chiaro ora, così lucido. Non mi serve più credere. Sarebbe facile cadere nell’abbraccio mortale dello scetticismo illuminato, ogni giorno, tutti i giorni, ma non oggi. È il 20 Luglio del 1969 e l’uomo è sulla luna. Io sono sulla luna.

 
 
 

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