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CAMPOBASSO DELENDA EST vol. I

  • Immagine del redattore: IL PAMPHLET
    IL PAMPHLET
  • 12 lug 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 18 giu 2019

Un campetto spogliato dei due canestri da più di un anno come metafora del destino incontrovertibile della nostra città. E intanto, a distanza di un anno, nessuno fa nulla.



Eccolo lì. Lo avete tutti avanti ai vostri occhi, in foto, qui su. Sembra che sia la testimonianza di un panorama umano abbandonato da più di vent’anni. Sembra un frammento di Cernobyl ritratto in foto. E invece no. E’ il campetto di Ferrazzano, il ‘’campetto del Panorama’’, comunemente chiamato dai frequentanti storici semplicemente ‘il campetto’. Il campetto perché per anni ha rappresentato l’unica scialuppa di salvataggio per tutti i cestisti avventurosi che in estate volevano avere una piccola realtà di basket da strada. IL campetto non perché fosse il più bello, il più grande e via dicendo, IL campetto perché era l’unico ed il solo. Questo fino a un anno fa, quando senza troppi preavvisi fu smantellato dei due canestri. Proviamo ad andare indietro nel tempo e vedere come siano andate realmente le cose.


Le testimonianze ci raccontano che il campetto di Ferrazzano nasce 28 anni fa. E che per vent’otto anni, con i suoi alti e bassi, ha continuato a funzionare ininterrottamente fino all’estate del 2017, quando un residente della zona limitrofa al campetto è riuscito attraverso poche mosse (due semplici denunce) a far smantellare l’area. In realtà, nelle mosse di questo signorotto, di cui mi è oscuro il nome, non ci vedo nulla di cotanto impensabile. In fondo non si discosta tanto dallo stereotipo del vicino standard che si lamenta dello schiamazzo di quattro bambini che giocando nel proprio condominio con un pallone. Lamentela che avviene per cause naturali: il nostro corpo da un’età in poi non riesce più a concepire il divertimento adolescenziale. Per uno strano destino dello sviluppo biologico del nostro corpo, si giunge ad un’età in cui non si hanno più i filtri per comprendere che i ragazzi possano divertirsi attraverso il movimento ed un pallone (che sia da basket, come anche da calcio). Il raggiungimento della soglia d’età per cui si diviene apatici nei confronti dei giovani ha uno sviluppo soggettivo [si può divenire apatici tanto a trent’anni , tanto ad ottanta]. Ergo, da quell’età in poi lo schiamazzo dei più giovani rappresenterà un nemico da combattere. Quindi nulla di strano nella denuncia del signore (prima o poi sarebbe arrivato qualcuno), di cui non ci interessa l’età, e di cui sappiamo soltanto che ha raggiunto lo stadio di evoluzione biologica che corrisponde all’apatia nei confronti dei più giovani.


Sicuramente, se il comune di Ferrazzano ha dato ascolto alle denunce del signor ‘x’ è anche perché forse quel campetto non versava nelle migliori condizioni di manutenzione. E quindi, tanto le colpe sono del signor ‘x’ denunciante, quanto anche di chi di quel campetto doveva occuparsene. Chi era a dover occuparsi di quel campetto? Umberto Anzini e la sua società, il Ferentinum, che ha dato i natali ai più promettenti giocatori di basket che questa regione abbia visto (che non sono molti).

Ebbene, purtroppo anche l’allenatore storico ha qualche colpa, visto che attraverso una convenzione stipulata nel 2008 con il comune di Ferrazzano si impegnava a garantire la manutenzione ‘’ordinaria e straordinaria’’ dei campetti all’aperto fino al novembre del 2018. Manutenzione che c’è stata, in parte. La parte mancante di questa manutenzione, di cui l’allenatore doveva farsi capo, ha permesso che due denunce fossero il pretesto per far smantellare l’area.


Di chi è la ragione? Se dovessi schierarmi non starei certamente dalla parte del signor ‘x’ denunciante.

Per quanto possa essere opinabile che la manutenzione del campetto ci sia stata, fin quando i due canestri c’erano, ai ragazzi era concesso uno spazio all’aperto dove poter giocare liberamente. Consci del fatto che per quasi trent’anni questo campetto abbia rappresentato L’UNICO luogo in cui si riunivano giovani e vecchi della pallacanestro campobassana, ci avrei pensato due volte prima di revocare la possibilità al Ferentinum di gestire l’area, che a torto o ragione ha cercato a proprie spese di trascinare avanti una realtà unica qui a Campobasso.

Proprio quando il campetto sembrava il miglior posto dove potersi incontrare, rintanarsi, e star bene fra persone che condividevano la stessa passione, esso ha smesso di esistere.


Ora il campetto sta sempre lì, anche se senza due canestri. Il posto è sempre lo stesso, anche se nell’area non risuonano più le caratteristiche risate cestisti che frequentavano il posto. E non si sa quando si potranno risentire nell’area quegli stessi ‘’schiamazzi’’ ilari.

Ciò che dico a tutti voi che leggete però, è che questa immagine la dovete tenere bene a mente perché rappresenta la metafora della nostra città. Sta tutto finendo, sta tutto marcendo, sta tutto inevitabilmente andando verso un disastroso ed apocalittico destino, che parla di spopolamento. Sembra che la sorte di Campobasso sia stata scritta da noi stessi, Campobasso (e le zone limitrofe come Ferrazzano) stanno fatidicamente volgendo verso la FINE. Tutto attorno a noi, a partire da questo campetto, ce lo testimonia. E’ come se noi tutti stessimo camminando nella nuova Cernobyl senza far nulla per invertire la rotta di questo destino. Oltre il danno la beffa, perché nessuno ci ha imposto di andare incontro a questo declino. Nessuno è ancora arrivato sulle nostre terre a spargere il sale apostrofando ‘’Campobasso delenda est’’, eppure così sembra che sia stato. Perché noi, con le stesse mani stiamo permettendo la fine di questa città. Noi e il nostro disinteresse.


Michele Messere



 

Foto di Giorgio Eliseo

Post Scriptum: fortunatamente esiste ancora chi lotta. Vi lascio qui infatti il link di una campagna di firme che si sta svolgendo in questi giorni per far riaprire il campetto di Ferrazzano. Vi pregherei di fare un salto qui su ed aiutare i realizzatori di questa campagna attraverso due semplici click.

(https://www.change.org/p/sindaco-antonio-cerio-riapriamo-il-campetto-di-ferrazzano?recruiter=689938922&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=psf_combo_share_initial)



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